Dopo mesi di progettazione e studio è nata la «maschera facciale antivirale» certificata antibatterica NavaMask, una mascherina chirurgica monouso biodegradabile prodotta dalla B&A Waste Management Co.LLC (joint venture tra Ambienthesis Middle East Dmcc e Bee’ah Sharjah) con la collaborazione della Khalifa University di Abu Dhabi e l’Università degli Studi di Salerno.
Poco meno di un anno fa, a gennaio 2020, prima che il Covid-19 assumesse la dimensione di una pandemia globale invadendo totalmente le nostre vite, Ambienthesis aveva salutato con entusiasmo e gioia la costituzione della società B&A Waste Management Co. LLC, risultante dalla joint venture della nostra società di diritto emiratina Ambienthesis Middle East Dmcc (controllata per il 100% da Ambienthesis S.p.A.) e Bee’ah Sharjah Environment Co. LLC, il principale operatore del waste management negli Emirati Arabi Uniti. Il progetto era ambizioso già alla sua costituzione, ma oggi possiamo davvero dirci orgogliosi della realizzazione del brevetto NavaMASK che sarà una vera rivoluzione per quanto riguarda l’utilizzo di mascherine chirurgiche usa e getta.
Ad oggi sono circa oltre 8.000 le tonnellate di mascherine che mensilmente devono essere smaltite in tutta Italia e non è affatto un problema da poco se pensiamo che, al momento, l’unico modo per smaltire questo tipo di rifiuto è, con la raccolta differenziata, negli inceneritori (sappiamo che le mascherine vanno gettate nell’indifferenziato). Ecco perché, allora, quella di NavaMASK potrebbe davvero essere una svolta in termini di sicurezza, essendo le uniche mascherine biodegradabili a possedere la certificazione antibatterica, ma anche in termini di sostenibilità ambientale. Le NavaMask, infatti, sono in grado di dissolversi nell’ambiente nel giro di qualche settimana grazie all’innovativo materiale a base di nanofibre antibatteriche che si è dimostrato molto efficiente nella protezione da agenti patogeni e da contaminanti, con la sua superficie a elevata porosità e la sua eccellente resistenza meccanica datagli proprio dalla particolare struttura in nanofibra. Anche il design è stato perfezionato negli ultimi mesi affinché possa essere confortevole nell’utilizzo di tutti i giorni, rispetto a quelle attualmente in commercio. Un progetto ambizioso che è stato possibile realizzare grazie alla collaborazione con la Khalifa University di Abu Dhabi (l’Università degli Emirati Arabi Uniti specializzata in ambito scientifico) e con l’Università di Salerno che hanno sinergicamente collaborato per sviluppare le necessarie implementazioni scientifiche e tecnologiche con particolare attenzione nel dare il proprio contributo al contrasto dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
La costituzione di B&A Waste Management, che aveva già precedentemente sancito il riconoscimento a livello internazionale di Ambienthesis quale principale operatore nel settore della gestione integrata dei rifiuti industriali e delle bonifiche ambientali, aprendo ulteriori importanti opportunità di sviluppo per il Gruppo, si è rivelata dunque sempre più una scelta vincente. Lo sviluppo di questo progetto ci rende fieri e assolve in pieno a tutti i punti cardine che sono alla base del nostro modo di fare impresa: sostenibilità, circolarità, innovazione.
Tutti punti, questi, già messi in conto in fase di progettazione: se, infatti, non si tiene conto del momento del “fine vita” di un prodotto, producendo un oggetto che è difficilmente smaltibile o riciclabile, non si riuscirà a completare del tutto il ciclo della circolarità. Il progetto alla base delle nostre maschere NavaMASK, al contrario, si fa carico della questione ambientale sin dalla ideazione, dando vita non solo a un prodotto sicuro, efficace ed efficiente, ma che è anche amico dell’ambiente poiché una volta terminato l’utilizzo, grazie all’innovativo materiale di NavaMASK esse si degradado nell’ambiente in poche settimane.
Un esempio, dunque, di come innovazione e ambiente debbano viaggiare uno accanto all’altro sugli stessi binari: quelli che portano verso la costruzione di un futuro migliore.