Le imprese tessili italiane si stanno rinnovando per far fronte ai nuovi obblighi imposti dalla normativa europea sul recupero e riciclo dei rifiuti tessili e sull’ecodesign, ma soprattutto per risultare più competitivi sulla scena internazionale. Molti i progetti in corso, come ha ricordato Confindustria Moda alla conferenza “Riciclo e Riuso dei prodotti tessili: Tecnologie e Innovazione” organizzato il 18 marzo dall’Università Bicocca di Milano insieme a Chimica Verde e Federcanapa.
Tra i più innovativi il progetto europeo Penguin, che basandosi sull’imitazione del rivestimento naturale del corpo del pinguino (‘biomimesi’), sta sviluppando un capo d’abbigliamento sportivo idrorepellente e termoisolante, costituito da un unico materiale rinnovabile biodegradabile, la cellulosa, rendendo così molto più agevole il recupero del prodotto a fine vita.
CIRCULA-TEX è un altro progetto europeo a cui partecipano anche i colossi italiani Calzedonia e Yamamay per ridurre l’impatto ambientale di una serie di prodotti, tipo collant, costumi da bagno, scarpe, maglie e anche tappeti. Molte altre iniziative sono animate dai poli di innovazione del tessile italiano, come CentroCot di Busto Arsizio e Tecno Tessile di Prato e dal consorzio per il recupero dei rifiuti tessili, Retex Green, affiliato del Gruppo SAFE, l’Hub italiano dei Consorzi per le Economie Circolari.
Non è solo il fine vita dei capi che indossiamo a finire abitualmente bruciato o in discarica, ma anche la mole di scarti prodotti lungo i processi produttivi. Per ridurne l’impatto, una grande azienda lombarda di igiene urbana, Gea-Greenthesis, sta realizzando un impianto in provincia di Padova per la sfilacciatura e il recupero delle fibre per poi restituirle alle imprese tessili.
Il tessile non è solo moda o arredamento, è anche l’enorme comparto dei cosiddetti ‘tessuti non tessuti’ (TNT) che pervadono la nostra vita quotidiana: pannolini, salviette, mascherine, cinture di sicurezza o anche coperture di versanti a rischio di erosione. Se ne producono ogni anno nel mondo 130 milioni di tonnellate, una stazza pari al peso di 6-700 portaerei, ha sottolineato Maurizio Pagani di Magnera, una delle più grandi multinazionali dei TNT. Le biotecnologie secondo Magnera saranno la tecnica guida per il futuro sostenibile del tessile. Utilizzeremo enzimi e microrganismi per separare i diversi materiali, accelerarne la biodegradazioneo depolimerizzare le fibre sintetiche che inondano il fast fashion per poi finire come microplastiche nei nostri mari.
La conferenza “Riciclo e Riuso dei prodotti tessili: Tecnologie e Innovazione” è stata realizzata grazie al contributo di Centrocot, Confindustria Moda, CNA Federmoda, Gruppo Safe, GEA Greenthesis e Greenevolution.
I materiali della conferenza saranno disponibili all’indirizzo https://www.chimicaverde.it/eventi-tessile-circolare/ oppure su https://www.federcanapa.it