Arrivano i soldi del recovery fund che apriranno prospettive nel green. Volano anche le occupazioni digitali e quelle legate a magazzini e riciclo.
Sul tema lavoro abbiamo due notizie: una buona e una cattiva. Quella cattiva è (ovviamente) legata alla pandemia, che ha ridotto del 30% i contratti (-1,4 milioni, inclusi quelli stagionali e di collaborazione). La buona notizia si chiama transizione
ecologica o Recovery fund, che tradotto significa: risorse in arrivo in diversi settori, destinate a offrire nuove opportunità d’impiego.
Secondo l’ultimo bollettino del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, in ambito professionale
vinceranno dati e verde: l’82% delle domande per il 2020 riguardava le competenze green, mentre quelle digitali erano richieste nel 93% dei casi. «Il tema sostenibilità coinvolgerà tutte le aziende, che dovranno rimodulare le proprie attività: se l’obiettivo è arrivare a una società carbon free entro il 2050, si deve andare in quella direzione», spiega Luciano Canova, docente di Economia comportamentale alla Scuola Enrico Mattei e coautore del libro Tutto ruota. Viaggio nel mondo dell’economia circolare (Guerini editore).
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