Economia Circolare: AISEC e Greenthesis per l'Academy di Gruppo

Economia Circolare: AISEC incontra Greenthesis

L’AISEC (Associazione Italiana per lo Sviluppo dell’Economia Circolare) è un’associazione no-profit che si occupa di promuovere, diffondere e applicare l’economia circolare in Italia, con la solida convinzione, condivisa anche dal nostro Gruppo, che questo modello economico sia l’unico in grado di portare a uno sviluppo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e valorizzante di ogni materia prima.

IL MODELLO AISEC PER L’ECONOMIA CIRCOLARE

Eleonora Rizzuto, fondatrice di AISEC, a riguardo, ha dichiarato che «l’Economia Circolare è un modello economico che trascende i singoli perimetri aziendali e che implica modifiche profonde di processo non solo all’interno delle aziende che vogliano dotarsi di tale modello ma anche nelle relazioni tra gli attori coinvolti. […] L’impresa, unitamente agli altri attori coinvolti nel ciclo produttivo, può contribuire al cambio di passo verso una nuova Economia Circolare e Responsabile attraverso pratiche e modelli produttivi a forte impatto rigenerativo, per sé stessa e per la comunità del suo indotto, con moltiplicatori sociali importanti.

Continua Rizzuto: “Fare di necessitĂ  virtĂą, riuscire a trasformare un esubero o un rifiuto in una “risorsa”, pensare un prodotto in chiave rigenerativa: questi i cardini principali dell’economia circolare, il modello di sviluppo che abbandona il modello lineare di produzione, uso e rifiuto, e che mira a chiudere i cicli. Non solo riuso, quindi, ma anche differenziare, riciclare e, soprattutto, pensare e progettare i prodotti in modo tale che, una volta arrivati a fine ciclo vita, possano essere facilmente disassemblati, riciclati, o riutilizzati per altri fini»

Di seguito vedremo come è stato sviluppato il tema da AISEC durante il corso tenuto nell’ambito della formzione “Greenthesis Academy”.

Economia Circolare e lo Smart Working

Proprio al fine di incrementare questa visione all’interno delle aziende, affinché possano coinvolgere anche tutti i loro stakeholder nel processo di cambiamento, che una delle tante iniziative a cui l’AISEC ha dato vita è stata quella di attivare dei corsi di formazione online con l’ulteriore obiettivo di fornire un’introduzione alla materia della circolarità, partendo dalla nascita del concetto di economia circolare e dal quadro normativo attuale, sino ad arrivare ai casi studio da monitorare, ai risultati che sono stati ottenuti negli ultimi anni in termini di sostenibilità e alle metodologie di misurazione dei parametri che rendono un’azienda al 100% sostenibile, per l’agire del futuro.

Abbracciare, infatti, il modello circolare, significa, come si diceva in apertura, cambiare profondamente paradigma economico e ciò non può che coinvolgere una molteplicità di aspetti: chiaramente quello produttivo, ma a catena anche quello normativo, organizzativo e di consumo, implicando – con quest’ultimo – una forte ricaduta sulla vita quotidiana dei singoli e avendo “il potere” di influenzare le abitudini di milioni di consumatori.

Greenthesis Group ha collaborato e preso parte attivamente a questi corsi recependo e restituendo svariati spunti di riflessione interessanti. In particolare, di grande importanza nella comprensione del come riuscire a ottenere nella pratica questo cambio di paradigma, è stata l’individuazione di tre aree d’intervento: Offerta degli Attori Economici, Domanda e Comportamento dei Consumatori, Gestione dei RIfiuti.

I Temi Affrontati Nel Corso sullo Sviluppo Sostenibile

In questo contesto si aprono tre macro temi:

  • 1 La Simbiosi Industriale
  • 2 Dare al Rifiuto Una Seconda Vita
  • 3 Lo Scenario Nel Lungo Periodo

In ciascuna di queste tre aree ci sono vari settori specifici che devono essere tenuti sotto controllo affinchĂ© ci si migliori in termini di circolaritĂ . Della prima area, ad esempio, fanno parte tutte quelle soluzioni che portano a trovare dei sistemi di approvvigionamento sostenibile, premiando magari le materie prime seconde, affidandosi a dei fornitori piuttosto che altri in base alla loro sostenibilitĂ  e al loro impegno in materia di green economy e che possano fornire certificazioni ambientali. Oltre a questo, bisogna poi impegnarsi in una progettazione ecologica dei prodotti, che valuti sin dalle fasi embrionali del prodotto il suo impatto ambientale futuro, quindi pensare a qualcosa che sia di lunga durata, facilmente riparabile, riutilizzabile, possibilmente disassemblabile e che una volta dismesso possa essere il piĂą possibile riciclato e reimmesso nel ciclo della vita di futuri prodotti.

LA SIMBIOSI INDUSTRIALE

Anche la simbiosi industriale, ossia «lo scambio di risorse (materia, energia, acqua, sottoprodotti o esperienza) tra industrie tradizionalmente separate, al fine di realizzare con un approccio integrato uno strumento per la chiusura dei cicli delle risorse», è senz’altro un settore da prendere in considerazione per dare vita a una sinergia e a una collaborazione tra imprese per raggiungere l’obiettivo ZeroWaste. Sempre nella prima area, quella dell’offerta degli attori economici, bisognerebbe incentivare il passaggio a un’economia della funzionalitĂ , ossia quel meccanismo in grado di spronare «un’azienda, qualunque sia la sua forma, nel passare dalla vendita di un bene o di un servizio alla contrattualizzazione di una performance d’uso fondata sull’integrazione di beni e servizi», fornendo così «una risposta alle sfide di sviluppo territoriale sostenibile».

Economia Circolare e Consumo Responsabile

Per quanto riguarda il secondo campo d’azione dell’economia circolare, ossia l’area che si riferisce alla domanda e al comportamento dei consumatori, bisogna concentrarsi su due settori principali: il consumo responsabile e il prolungamento della durata d’uso. Entrambi sono sicuramente piĂą facilmente gestibili se a monte sono stati messi in atto tutti i cambiamenti sin qui esplorati, ma è fondamentale avere una cura particolare nei confronti del fruitore, spingerlo ad acquisti consapevoli, a un consumo collaborativo (ad esempio portandolo verso beni e servizi della sharing economy) e a una sempre maggiore attenzione verso un uso meno vorace del bene, puntando a farlo durare il piĂą a lungo possibile grazie alla riparazione, al reimpiego e al riutilizzo come metodi di allungamento della vita del prodotto.

DA LINEARE A CIRCOLARE: DARE AL RIFIUTO UNA SECONDA VITA

L’ultimo campo d’azione, quello della gestione dei rifiuti, che è anche quello che ci riguarda piĂą da vicino, risulta essere altrettanto importante, perchĂ© senza di esso non sarebbe proprio possibile chiudere il ciclo della circolaritĂ . Il rifiuto deve smettere di essere scarto e iniziare a essere risorsa. Come farlo? Cercando di dare al rifiuto una seconda vita: o attraverso il riciclo, riprocessando materiali scartati per ottenerne di nuovi, oppure tramite il recupero, cioè utilizzando questi materiali per la produzione di energia pulita.Riuscendo a ottimizzare i vari settori di ciascuna area d’interesse, diventa davvero possibile dare vita alla rivoluzione copernicana della circolaritĂ , la quale indubbiamente è in grado di portare benefici non solo a livello micro-economico, ma anche a livello macro-economico.

LA SOSTENIBILITĂ€’ NEL MONDO 5.0: LO SCENARIO NEL LUNGO PERIODO

Se, infatti, è facile immaginare l’impatto micro-economico positivo per l’impresa, in termini di spesa (in fase di approvvigionamento), di ambiente, di reputazione e di customer care; più difficile è ragionare in termini macro-economici.

Bisogna perciò pensare a lungo termine e immaginare uno scenario in cui viene abbattuto il fattore di rischio della volatilità dei prezzi delle materie prime (per i paesi importatori) potendo ridurre notevolmente i flussi di queste ultime che si vedrebbero sostituite in misura sempre maggiore con materie prime seconde:

“uno scenario in cui puntando sull’innovazione e sulla ricerca si potranno avere maggiori tassi occupazionali e, dunque, un incremento della crescita economica; uno scenario in cui, infine, preservando il capitale naturale e ricostituendolo si potrĂ  realmente incidere sui cambiamenti climatici e dare vita a un’inversione di rotta che porti a un mondo a emissioni zero”.

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